Ho sempre avuto una fortuna nelle arti marziali, quella di non essere un talento e probabilmente neppure particolarmente predisposto o fisicamente dotato.
Quindi in un mondo di super atleti, grandi maestri e soke a 30 anni ho subito capito
che sarei stato un eterno allievo e un medio(cre?) praticante, questo non ha però intaccato minimamente il mio amore per le arti marziali e in particolare per il goju-ryu e ho continuato mulo in mezzo a tanti cavalli da corsa.
La mia fortuna? Aver sempre trovato ( o aver sempre saputo trovare) insegnanti che erano "purosangue" e cavalli di razza.
Magari bizzossi, poco inclini a stare col resto della mandria e quando correvano lo facevano con una naturalezza tale, incuranti del fatto tu potessi seguirli o meno; ma vederli correre (o fare karate e arti marziali) era uno spettacolo come solo la più alta espressione di arte può essere
Cosi mentre gli altri praticanti cercavano di emulare i grandi maestri io arrancavo cercando di tenere il passo.
Ero conscio di essere un mulo che voleva apprendere il più possibile da dei cavalli e nel mio intimo ero convinto che qualsiasi cavallo fosse in grado di insegnarmi qualcosa...
Mi sbagliavo. mi accorsi dopo anni che essere un cavallo e discendere alla lontana da purosangue velocissimi che si narrava potessero galoppare per giorni senza fermarsi non garantiva ai giovani e vecchi puledri , la stessa forza e resistenza né tanto meno la finezza di portamento dei loro predecessori e
ho imparato presto a riconoscere i purosangue dalla folta criniera dai ronzini che si atteggiano.
Non vi aspettate un finale da brutto anatroccolo. Nonostante l'allenamento costante, e la pratica Il mulo è rimasto mulo ; cosa che dopo tutto avviene anche nella famosa favola sopra citata; l'anatroccolo infatti non si trasforma in qualcosa di diverso, ma crescendo diventa ciò che era geneticamente destinato ad essere, ossia un cigno.
Ma il mulo, o l'allievo, come preferite, continua cocciutamente (e qui vedete che tutto torna) a cercare di essere il "miglior Mulo" possibile...mettendo ogni giorno uno zoccolo, pardon piede davanti all'altro, proseguendo lentamente e con la schiena carica quel sentiero che forse un giorno lo porterà alla vetta.
" Il mulo è uno che non vanta antenati e non ha speranza di posteri"
...ma forse nel dojo Shorei Shobukan lo spirito del mulo si tramanderá anche alle generazioni future.
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